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Volare con l'anima

Hammurabi e il Codice.

6 Febbraio 2017, 12:21pm

Pubblicato da marcellanicolosi

Sesto Re della I dinastia babilonese, re di Martu, di Sumer e di Akkad è il successore di Sin-Muballit, suo padre, e predecessore di Samsu-iluna, suo figlio.

Le datazioni del suo regno si basano su eventi astronomici rintracciati in testi babilonesi e quindi non possono essere precise. Negli ultimi decenni gli studiosi tendono ad utilizzare una cronologia media che va dal 1792 al 1750 a.C.

In quegli anni il territorio della Mesopotamia era suddiviso tra città-stato in eterno conflitto tra di loro per il controllo dei terreni agricoli più fertili, mentre Babilonia era un regno minore.

Durante i suoi primi anni di regno Hammurabi si dedicò ad opere pubbliche come la fortificazione delle mura della città, il restauro di alcuni templi e lo scavo di una rete di canali per l’acqua, il più importante dei quali era quello per le irrigazioni che andava da Nippur a Eridu. 

Appena completati i lavori Hammurabi si dedicò all’espansione occupando tutta la valle del Tigri e parte di quella dell’Eufrate, si spinse quindi verso sud fino alle città di Uruk e Isin e poi decise di dirigersi verso nord-ovest ed est.

Tra il 1785 e il 1765 fu costretto a interrompere l’espansione a causa della forte resistenza di Eshnunna, finché, verso la fine del suo regno, ottenne l’appoggio delle città di Larsa e Mari, conquistò Eshnunna ed annesse le due alleate al suo regno.

Negli anni successivi si scontrò più volte con l’Assiria che si trovava nella zona dell’alto Tigri, ma non riuscì ad occuparla, mentre vinse contro la dinastia sumerica occupando Sumer e Akkad e dando così vita al primo Impero Babilonese.

Tutta la regione così formata fu chiamata Babilonia che si contrappose, a settentrione, a quella dell’Assiria.

L’espansione territoriale di Hammurabi portò alla luce alcuni problemi oggettivi, come quello della lingua.

Come si è detto infatti la Mesopotamia era un territorio frammentato: il sumerico, considerato lingua sacra, era conosciuto e parlato solo dai dotti, mentre erano molti i dialetti in uso tra la popolazione.

Ma Hammurabi era uno stratega e un diplomatico molto abile e riuscì a unificare i popoli e le tribù del deserto accentuando la componente semitica e facendo accettare a tutto l’impero il babilonese come lingua di uso comune e come lingua diplomatica scritta.

Anche la religione venne riordinata e riorganizzata.

Le popolazioni al suo comando erano politeiste, ma molti dei avevano nomi diversi e caratteristiche simili, così i teologi di Hammurabi li raggrupparono in triadi e ordinati per gerarchie e caratteristiche.

A capo di questa gran quantità di esseri sovrannaturali, Hammurabi pose Marduk, nel quale si concentravano diversi miti sumeri.

Contemporaneamente il sovrano riordinò i poteri governativi, affidò quello amministrativo e commerciale allo Stato e nominò dei giudici sottraendo quindi ai templi il potere della giustizia.

Potenziò e ampliò i canali per la distribuzione dell’acqua per sostenere l’agricoltura che affidò ai vecchi proprietari terrieri. In questo modo assicurava allo Stato il gettito erariale sui fondi agricoli, dava modo agli strati sociali meno fortunati di sostentarsi con il lavoro della terra e rilanciò l’agricoltura che era stata trascurata.

Hammurabi inoltre non volle essere venerato come divinità, ma si fece proclamare Re delle quattro parti del mondo e ricevette il titolo di Sole di Babele.

A riprova dell’impegno e delle capacità amministrative e governative di Hammurabi ci restano numerosi scambi epistolari tra lui e i governatori del suo regno che attraversò una fase di prosperità economica mai vista su un territorio così ampio.

Quando morì Hammurabi lasciò il suo Impero al figlio Samsu-iluna.

Hammurabi e il Codice.

Il codice

Ciò che ha reso Hammurabi degno di essere ricordato negli annali storici è però qualcosa di assolutamente nuovo ed innovativo: il codice di leggi.

Fino a quel momento infatti erano state ritrovate raccolte di leggi sumere e accadiche nessuna delle quali, però, così ampie e organiche.

Hammurabi fu dunque il primo, a nostra conoscenza, a creare un codice di leggi scritte, che toccava tutti i campi della vita di allora e che si spingeva fino alla politica.

La stele fu scoperta dall’archeologo francese Jacques de Morgan tra il 1901 e il 1902 mentre scavava tra le rovine della città di Susa dove era stata trasportata dal sovrano elamita Shutruk-Nakhunte intorno al 1150.

Oggi l’originale si trova nel Museo del Louvre e una copia è esposta al Pergamon muesum di Berlino.

Gli archeologi pensano che dovrebbero esserci almeno altre tre copie nei templi più importanti della Babilonia: Ebabbar di Samas a Sippar, Enlil a Nippur e Esagila di Marduk a Babilonia.

Il codice è composto da 282 leggi incise in caratteri cuneiformi su una stele di diorite (basalto nero) alta 2,25 metri e fu decifrato e tradotto da Jean-Vincent Scheil che lo pubblicò nel 1904.

La parte superiore della stele presenta un’incisione in cui è rappresentato Hammurabi in piedi e in atteggiamento di venerazione di fronte al dio solare della giustizia, Shamash, questi è raffigurato sul trono, con la tiara a corna multiple e i raggi solari alle spalle, tra le mani stringe il listello e la corda per misurare, simboli di equità e giustizia propri della sua sfera divina e porge al re il codice delle leggi che, in tal modo, presuppone un origine sacra.

Il codice era diviso in tre parti:

1) il prologo che parla della devozione del re verso gli dei che lo hanno scelto per governare e che lo descrive come distruttore degli empi e portatore di pace e giustizia ;

2) il corpo normativo ;

3) l’epilogo che maledice chiunque tenti di modificare e annullare le leggi.

 

Il corpo normativo è suddiviso in capitoli che trattano tutte le possibili situazioni umane di quel periodo, dai rapporti familiari a quelli commerciali ed economici, dall’edilizia all’agricoltura fino a regolamentare l’amministrazione dello stato e la giustizia, suddividendo e catalogando le varie classi sociali ed i reati. Un’altra novità molto importante è che il codice poteva essere consultato e questo ha dato vita al concetto giuridico della presunzione di conoscenza della legge. (La legge non ammette ignoranza!)

I babilonesi dunque potevano consultare il codice e decidere di attuare o meno determinati comportamenti assumendosi le proprie responsabilità laddove si trattasse di un reato.

 

Esempio di legge :

« I poveri, le vedove e gli orfani sono posti sotto la tutela dello Stato.

Le donne sono protette contro i maltrattamenti del marito.

In favore dei lavoratori viene alzato il salario e sono stabiliti i giorni di riposo

annuali »

(Codice di Hammurabi, trad. Di Nola-Furlani)

 

Il codice riassume le classi sociali in 3:

L’uomo e cioè il cittadino, per lo più il nobile ;

L’uomo semi libero, cioè non schiavo ma neanche possidente, questa parola

in seguito definì i poveri e/o i mendicanti ;

Lo schiavo, cioè colui che poteva essere acquistato e venduto.
I diritti e i doveri erano diversi a seconda della classe sociale, anche le pene,
pecuniarie o corporali erano diverse.
Le pene pecuniarie in particolare erano commisurate alle possibilità
economiche di chi aveva commesso il reato e allo status della vittima.
Il codice è innovativo grazie alla presenza di leggi penali tra cui, la più
importante, è la cosiddetta “legge del taglione” che sostituì le tradizionali
compensazioni pecuniarie con le pene corporali per limitare gli atti di
vendetta.
Per comprendere meglio, si trattava della classica regola occhio per occhio,
dente per dente, che era anche alla base della legge di Mosè.
 
Un esempio pratico potrebbe essere il taglio della mano al ladro che ha
commesso il furto.
 
Questa legge veniva applicata anche nei confronti di coloro che accusavano
falsamente altri cittadini.

Ad esempio :

"Se un cittadino incolpa un altro di omicidio senza fornirne le prove, sarà
ucciso".

Questa regola assomiglia alla nostra odierna “dell’onere della prova”!

Non esiste nel codice, però, la differenza tra reato volontario e reato
colposo, cioè involontario.
Nessuna innovazione invece venne apportata alle pratiche già in uso per le 
leggi civili che regolavano salari, affitti ecc.

Grazie alla stele, Hammurabi ottenne anche il titolo di re di giustizia.

N.B. : Questa ampiezza di concetti ha dato modo agli archeologi di ricostruire importanti aspetti pratici della società mesopotamica di quel tempo.

N.B. : Per informazioni più specifiche esistono alcuni testi storici come Antico Oriente : storia, società, economia di Mario Liverani e Il politeismo vicino orientale – Introduzione alla storia delle religioni del Vicino Oriente antico di Maria Giovanna Biga e Anna Maria Capomacchia.

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